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5 febbraio 2008

ESERCITO E RIFIUTI

Il problema dei rifiuti in Campania ha spinto recentemente il Governo ad impiegare alcuni reparti specializzati del Genio per smuovere le migliaia di tonnellate di rifiuti abbandonate nelle vie di Napoli. Il provvedimento è stato attuato per far fronte all’emergenza, dichiaratamente in modo risolutivo, considerato che tutti i tentativi esperiti in precedenza avevano dato scarsi risultati.
L’intervento ha suscitato più di una critica, anche nella considerazione che tra tanti compiti, l’impiego dei soldati professionisti per sgomberare dei rifiuti urbani appare quanto mai anomalo se non addirittura mortificante.
Nel corso della sua storia l’Esercito ha visto spesso cambiare i suoi compiti, essenzialmente connessi alla funzione di difesa del territorio nazionale, per comprendere funzioni istituzionalmente riservate ad altre forze, siano esse di polizia, dei vigili del fuoco o di altro personale. Il legislatore, nel 1978, ha cercato di semplificare l’adozione di compiti atipici per le forze Armate inserendo nella legge “sui principi della disciplina”, oltre ai compiti di difesa del territorio nazionale , quelli riguardanti la salvaguardia delle libere istituzioni ed il soccorso alle popolazioni colpite da calamità. Sulla base di queste norme le Unità dell’Esercito sono state impiegate legittimamente durante i terremoti, per concorrere allo spegnimento di incendi, soccorrere le popolazioni colpite da alluvioni, frane, ecc… Allora, queste operazioni venivano svolte con l’impiego dei giovani di leva, i quali dotati di un badile o piccone potevano essere d’aiuto in situazioni di emergenza, più come braccia da lavoro, che per esperienza tecnica sul campo.
Con la fine dell’esercito di leva (2004), si è passati ad uno strumento formato da professionisti, più snello, con minori unità, equipaggiato ed addestrato per le missioni operative che, per salvaguardare gli interessi nazionali, si svolgono sempre più spesso all’estero. In rare occasioni l’Esercito dopo la fine della leva è stato chiamato in patria all’assolvimento di compiti generici di concorso, sia per la sua alta specializzazione sia per la necessità di personale professionista negli impegni “fuori area”.
Ai soldati volontari sono ora riservati compiti strettamente operativi. Essi sono svincolati anche dagli impieghi logistici all’interno delle caserme.
Appare quindi molto singolare che le unità più preziose, per equipaggiamento tecnico, limitato numero e addestramento (Genio) siano state impiegate nella soluzione del problema dei rifiuti in Campania, ove si trovano tante braccia bisognevoli di lavoro . Appare comunque evidente che l’emergenza rifiuti non deriva da una calamità naturale, ma dall’incuria e, a dire poco, dalla negligenza dei responsabili locali. L’utilizzo di questi reparti ovviamente è servito a calmare gli animi e a far vedere il pronto interesse delle istituzioni. Ma essi, pur con la massima buona volontà, non potranno sopperire ad anni di incuria e di mala gestione. L’usura dei mezzi andrà a gravare altresì sulla funzione operativa dei reparti interessati , a corto di ricambi e fondi.
Infine, è innegabile che la considerazione attribuita all’Esercito in questa circostanza è quella di una organizzazione di basso profilo, senza arte né parte. Gli stessi cittadini, vedendo operare fior di professionisti tra i rifiuti, probabilmente senza risultati risolutivi, non possono che pensare: quanto è caduto in basso questo Esercito.
Di fatto mentre sui teatri operativi all’estero i nostri soldati sono stimati e valutati positivamente nell’ambito dei contingenti internazionali, in casa nostra non trovano, da parte delle Istituzioni, l’attenzione ed il sostegno che meritano
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