Il 27 aprile scorso altre tre vittime in Iraq nell'adempimento del servizio volto a pacificare, ricostruire, addestrare, sostenere le popolazioni di quella lontana provincia, Nassiria. Nel disegno criminoso, c'è la volontà di uccidere per piegare anche psicologicamente quei soldati italiani che, inviati in missione per scopi civili e umanitari, vedono cadere i propri commilitoni, durante la normale routine del lavoro di ogni giorno. Si può capire lo sconcerto e si condivide il dolore dei famigliari colpiti senza ragione da una mano invisibile, feroce e assassina. Si vede nei volti tesi dei commilitoni un atteggiamento di fermezza, una compostezza inusuale, convinti che quel sacrificio non cercato, nè voluto, non sarà stato vano se la loro missione avrà il successo meritato. A questo mondo fatto di professionalità e dovere, va la riconoscenza ed il rispetto di ogni uomo di buon senso e che si sente concittadino di quelle vittime.
Una donna, con il suo bimbo, ormai orfano, ha gridato dal profondo dell'anima :"Ho sempre condiviso quello che ha fatto mio marito, sono stata sempre fiera del suo lavoro e di tutti i soldati impegnati in missione, a loro il mio grazie e il mio abbraccio". Italia matrigna ricordati di questi tuoi figli!
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