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1 giugno 2006

Le forze armate e il 2 giugno

Ogni anno con l'approssimarsi della festa del 2 giugno qualcuno della politica tende a mettere in secondo piano la presenza delle forze armate nelle celebrazioni locali e nazionali, in quanto esse rappresentano per alcuni una realtà troppo scomoda ed ingombrante. Per il popolo pacifista, tale solo di facciata, diviso su ogni cosa e pronto in ogni settore della società a "combattere" l'altro per la sua diversità, di opinione, razza, religione ecc..eccc.. è proprio eccessivo riconoscere alle forze armate il loro ruolo. Esse sono solo l'espressione della forza "bruta" di uomini senza scrupolo e senza testa che ambiscono a creare discordie e guerre per il loro personale prestigio.
Questi uomini non hanno alcun "merito" per la formazione della Repubblica italiana, patria dei soli lavoratori (ma chi sono?) e nata dalla resistenza di una sola parte della società.
Con questo paradossale ragionamento si cerca anche di invocare l'unità nazionale, certo necessaria ed auspicabile, ma irragiungibile se non si interpreta la storia fuori dagli interessi di parte e di potere della classe dirigente e non si ha il coraggio di riconoscere il "lavoro" di una parte della società, che pur in divisa e talvolta con le armi, ha difeso e garantisce anche oggi la sicurezza nazionale e gli interessi italiani all'estero.
Il discorso sarebbe molto lungo. Nel far rilevare che le forze armate hanno sempre dato tutto per questa patria e che pertanto la loro partecipazione alla festa della Repubblica, in armi, avviene a pieno titolo e merito, appare anche necessario fare piazza pulita dei pregiudizi e degli slogan elettorali, talvolta macabri, che inquinano sempre più lo spirito e la dignità di una festa nazionale .

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