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4 aprile 2006

il soldato di leva

Finita la coscrizione obbligatoria, ora ci si pone il problema di "inventare" altre forme di coinvolgimento di tanti giovani nelle attività di volontariato, per sviluppare il bisogno fondamentale di una società civile, progredita , cioè la solidarietà con il prossimo. Ora ci si accorge che, tolto l'obbligo della naja, i giovani dopo l'età scolare si annoiano e non hanno nessun richiamo al senso di appartenenza alla comunità nazionale, ai valori di patria, questa intesa come la casa comune che raccoglie le aspettative, le speranze del futuro, ma anche il sacrificio del sangue versato da generazioni.
Nonostante la vita del giovane soldato non sia mai stata apprezzata dalle mamme ed in molti casi dagli stessi interessati, sono passate generazioni felici di averla fatta, di aver conosciuto compagni di "camerata"e futuri amici per la vita. Ma la generosità verso gli altri, il confronto quotidiano con persone della stessa età, la gioia di far parte di un gruppo, di lavorare per un obiettivo comune, di divertirsi insieme si provava specialmente nell'anno (poi nove mesi) di vita militare. Per riappropriarsi di quelle "emozioni" e sanare in un certo senso l'attuale situazione, si pensa a un servizio civile generalizzato per i giovani che non sapranno per chi e quali scopi lavoreranno e chi saranno i prescelti a fronte di tanti "furbi" che lo eviteranno più della naja. In conclusione appare necessario riflettere: la leva era proprio da buttare ?

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