In questi giorni è riapparso il tricolore per manifestare un sentimento nazionale legato alla competizione calcistica mondiale vinta dagli azzurri. Al riguardo si osserva che "il tifo", manifestato da una buona parte degli italiani riguardava il fatto specifico, eclatante, ma perciò fine a sè stesso. Tanto è vero che a distanza di tre giorni si parla di nuovi ingaggi, di dimissioni dell'allenatore, ecc.. si ritorna cioè al solito "menage" del calcio con tutti i suoi interessi di bottega, in barba ai sentimenti dei "fans" della nazionale di calcio.
Colpisce in questa vicenda che per rendere onore a dei campioni di uno sport fra tanti, che certo non hanno lo stesso impatto mediatico del calcio, si siano mosse, oltre alle massime cariche dello Stato, finanche le frecce tricolori che in altre sedi politiche sono minacciate di essere dismesse perchè creano troppo rumore ed inquinamento. Credo che ciò non sia mai successo nel passato.
E' vero la maestria dei piloti può accostarsi a quella dei calciatori in un contesto puramente sportivo in cui si celebrano i colori della nazione di appartenenza. Ma la situazione appare oggi oltremodo paradossale se si pensa che le frecce tricolori, giustamente tenute in vita per dimostrare l'elevato addestramento dei nostri piloti, vengono considerate, da molti in Italia, uno strumento di contorno celebrativo per manifestazioni più o meno importanti. Di questo passo appare ovvio considerare, in un contesto in cui la scarsità di risorse impedisce alla Forza aerea di svolgere le sue missioni istituzionali (trasporto truppe nei teatri operativi), che detto strumento sia divenuto inutile. Pare più redditizio mostrare l'abilità dei piloti, unita ai nostri colori nazionali, all'estero, per ottenere il rispetto ed il consenso per quello che sappiamo fare, anzichè impegnare una risorsa preziosa a sostegno di una glorificazione nazionale effimera.