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31 maggio 2020

2 giugno1946 - Le fasi cruciali della nascita della Repubblica italiana



Il 2 giugno 1946 circa 25 milioni di cittadini, pari all'89,1% degli elettori, si recarono alle urne per una delle più significative consultazioni elettorali nella storia unitaria. I risultati del referendum istituzionale diedero 12.717.923 voti alla Repubblica e 10.719.284 alla Monarchia. Le schede bianche e nulle assommavano a 1.498.136. I risultati evidenziavano, tra l'altro una netta divisione negli orientamenti del paese. Al Nord e nelle regioni dell'Italia centrale la preponderanza repubblicana fu notevole e in alcuni casi schiacciante (Ravenna 88%, Trento 85%, Forlì 84%, Grosseto, Reggio Emilia e Ferrara 80%) mentre il Mezzogiorno confermò la tradizionale fedeltà all'istituto monarchico, soprattutto a Lecce (85%), Caserta (83%), Napoli e Messina (77%).

Il 12 giugno, il Consiglio dei ministri decise, in base ai risultati trasmessi alla Corte di Cassazione, di affidare a De Gasperi la carica di capo provvisorio dello Stato, dichiarando decaduta la monarchia.

Il 13 giugno, Umberto II - che aveva assunto la carica di sovrano dopo l'abdicazione del padre, Vittorio Emanuele III nel maggio 1946 - lasciò l'Italia per trasferirsi in Portogallo. De Gasperi attese la definitiva proclamazione dei risultati del referendum da parte della Corte di Cassazione, il 18 giugno, per assumere i poteri di capo dello Stato, che tenne fino al 28 giugno quando l'Assemblea costituente elesse nuovo capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola. Giurista ed esponente della cultura politica liberal-democratica. De Nicola, che era stato presidente della Camera dal 1920 al 1923, rappresentava una sorta di continuità tra l'Italia prefascista e la nuova democrazia repubblicana. Si trattava di una scelta che mirava a ricucire lo strappo che il trapasso dalla monarchia alla repubblica aveva provocato nel Paese.

 


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