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1 gennaio 2019

La disputa Cina - USA


Il 9 novembre  1989 cadde a Berlino la cortina di ferro, simbolo della divisione dell’Europa nelle sfere d’influenza statunitense e sovietica,  decretando la fine del periodo storico chiamato guerra fredda. D’allora l’equilibrio mondiale ha subito numerosi cambiamenti. Le guerre nei Balcani, in Iraq e in Afghanistan, il terrorismo internazionale, la guerra siriana, la crisi in Giorgia e in Ucraina, l’occupazione della Crimea, ecc., sono alcuni dei conflitti che hanno modificato il quadro geopolitico mondiale. La NATO  ha diminuito lo slancio nell’allargamento dei suoi confini  verso est, mentre si è riscontrato un sempre maggiore attivismo da parte delle principali  potenze dell’Eurasia,  Russia, Iran, Cina, alle quali recentemente si è aggiunta la Turchia.
Nello stesso tempo, anche l’Europa non ha fatto progressi sulla strada dell’auspicata integrazione, salvo la parziale unità monetaria, in quanto non è stata in grado di darsi una costituzione politica e di dotarsi di un sistema di difesa comune.
In generale, dopo la crisi economica del 2008, si è assistito a un indebolimento, sotto ogni punto di vista, del sistema euro-atlantico e una forte ascesa del mondo euroasiatico a guida cinese. Questi avvenimenti hanno creato i presupposti per una nuova sfida mondiale,  acuitasi a partire dal 2017 con l’ascesa dell’amministrazione Trump.  Di fatto, è ricominciata la sfida diretta tra gli Stati, con il riaffermarsi della loro sovranità e l’affievolirsi dell’autorità da parte degli Organismi sovranazionali.
Attualmente, tale confronto si sta svolgendo nella regione geografica dell’Eurasia, ove  gli USA  per bloccare la nascita  di  una grande area economica, politica e militare  cercano di destabilizzare l’Iran, con le sanzioni contro lo sviluppo del nucleare e la Cina, mediante l’imposizione di pesanti dazi economici per le merci esportate negli Stati Uniti. La disputa USA- Cina può portare a sviluppi imprevedibili. Ma si può facilmente immaginare, sulla base dei precedenti storici, che la competizione occidente e oriente porti sicuramente a conseguenze destinate a cambiare l’attuale ordine mondiale.
Le sfide che l’Impero Celeste pone agli USA investono ogni campo: economico, geopolitico e militare. Partendo dal campo economico- politico, la Cina ha creato, sin dagli anni’80, un nuovo tipo di capitalismo, risultato dalla combinazione dell’ideologia comunista con il libero mercato, nominato capitalismo statalizzato che si contrappone al capitalismo occidentale. Il modello cinese ha dimostrato un’efficienza senza precedenti nella costruzione di grandi opere pubbliche, nella formazione di una forte classe media e un costante rafforzamento della crescita economica nazionale. Con un tale apparato la Cina ha realizzato l’espansione dei suoi  commerci verso i Paesi del Terzo mondo, chiedendo a questi solo la tutela dei suoi interessi economici, senza pretendere, al loro interno, la salvaguardia dei diritti umani, a differenza dei Paesi occidentali e degli Stati Uniti. Con tale procedura, la Cina evita  di creare nei Paesi sottosviluppati instabilità interne e ingerenze da parte delle potenze occidentali. Questa appare la ragione per cui l’Impero Celeste sta conquistando i mercati di molti paesi dell’Africa sub sahariana, a discapito di ex potenze coloniali come Francia, Belgio e degli stessi USA che continuano a perdere terreno.
Dal punto di vista geopolitico, il progetto inaugurato dal presidente Xi Jinping, nel 2013, volto allo sviluppo di nuove via della seta, One Belt, One Road, segna una svolta per l’ex impero, in quanto rivolge i suoi interessi non solo all’entroterra euroasiatico, ma anche alle rotte marittime dell’oceano Pacifico.  Questo piano prevede un grande sviluppo infrastrutturale nel continente asiatico (One Belt) e nuove vie commerciali marittime nel Pacifico (One Road), con le quali raggiungere anche i porti europei. Ad esempio, In Italia sono in corso contatti con i cinesi per l’ampliamento del porto di Trieste. E’ evidente che “le nuove vie della seta” hanno anche l’obiettivo di sconvolgere, specie  in Eurasia, l’ordine stabilito alla fine della  seconda guerra mondiale.
Nonostante gli sviluppi diplomatici favorevoli sulla questione tra le due Coree, gli USA sono particolarmente sensibili  all’attuazione del progetto  della Cina, con il quale essa potrebbe conseguire il predominio marittimo sul Pacifico, ora in possesso degli Stati Uniti, allo scopo di implementare i flussi commerciali  verso il resto del mondo.
In conclusione, la sfida USA- Cina, in atto, non ha un significato puramente economico, ma coinvolge il pianeta in una competizione globale che stravolgerà l’attuale ordine mondiale.
Papa Bergoglio tornando dalla sua missione in Corea del Sud, affermò: “Siamo di fronte a un nuovo conflitto globale, ma a pezzetti… un aggressore ingiusto deve essere fermato, ma senza bombardare o fare la guerra”.


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